Smart working: com’è il tuo luogo ideale?


Da questa pandemia ho imparato tante cose su di me: bisogni, desideri, spazi, tempi, silenzi, bellezze. Ho riflettuto molto sull’importanza del luogo di lavoro. In questi mesi tra i vari incontri dal vivo e online ho apprezzato l’autenticità dell’altro nel dare voce ad un disagio comune: la trasformazione della casa in luogo di lavoro e le sue criticità.

Ci siamo ritrovati a lavorare nelle nostre case: com’è andata? Con questa scusa chi è rientrato a sud? Qualcuno è scappato in montagna o al mare? Chi ha preferito rimanere lontano per preservare la propria autonomia e non ritornare a vivere tra le mura con i genitori? Chi si è ritrovato a fare conferenze con big manager dalla cantina o dalla stanza dei propri figli? Oggi molte realtà organizzative stanno continuando ad incentivare lo smart working: tu che posto stai scegliendo?

Nella letteratura della psicologia del lavoro esistono numerose ricerche rivolte al benessere organizzativo, agli elementi che favoriscono la produttività, aumentano la creatività, l’engagement e la soddisfazione del lavoratore. Un fattore cruciale a cui spesso non viene dato valore, o che viene dato per scontato o rimane in secondo piano è lo spazio fisico dove viene svolta l’attività. Baroni nel 2012 ha condotto degli studi sulle caratteristiche dell’ambiente che incidono sulla soddisfazione lavorativa: rumorosità, illuminazione, temperatura, qualità dell’aria, colore, arredamento, privacy, vista esterna etc. Rispetto a questi elementi com’è il tuo luogo di lavoro reale?  Come immagini il tuo luogo di lavoro ideale? Quali sensazioni vorresti ricreare per essere presente a te stesso e contribuire alla produttività della tua organizzazione?

Fermati e pensa a quello di cui hai bisogno nel tuo luogo ideale. Chiudi gli occhi… fai due respiri profondi e prova ad immaginarlo: osservane i colori, ascolta i suoni, respira gli odori, accarezza le dimensioni…e dai la forma che più desideri.

Raccontamelo:

Contatti