Qual è la mia giusta distanza? Come sono fatti i miei confini?
Da qualche mese ha iniziato ad entrare nelle nostre vite una nuova espressione: “Distanziamento sociale”. Abbiamo precise indicazioni per il contenimento della diffusione del COVID-19. Piano piano stiamo cercando di interiorizzare che la giusta distanza dall’altro è di 1-2 metri, provando ad abituarci a nuove barriere fisiche e mentali.
Mi comincio a chiedere che significato ha questa condotta all’interno delle nostre vite. Che senso assume dover mantenere le distanze nella nostra cultura composta da saluti convenzionali con tanto di baci e abbracci. A cosa rinunciamo quando rispettiamo la distanza prevista dalle misure anti COVID-19? In cosa manchiamo nei confronti dell’altro? Cosa ci manca? Quali emozioni e sensazioni entrano in gioco nel contatto fisico con l’altro? Cosa si muove dentro di noi quando rimaniamo a distanza? Alcuni mi dicono che si sentono come in una bolla oppure sono sempre seduti a guardare da un oblò ciò che succede fuori.
La psicologia sociale ha approfondito i processi legati all’identità sociale della persona che si definisce a partire dalla sua appartenenza ai gruppi (pregiudizio, leadership, influenza sociale, conflitto, attribuzione causale, etc). In questo filone Kurt Lewin agli inizi del novecento ha sviluppato una teoria fondata su esperimenti scientifici sulla “distanza sociale” e ha introdotto la Teoria del campo e il concetto di “spazio vitale”. Ha studiato la rappresentazione psicologica dell’ambiente e delle relazioni della persona con l’altro. Oggi più che mai questo concetto ci torna utile per provare sulla nostra pelle quale significato assumono le persone con cui abbiamo delle relazioni e quanto entrano fisicamente ed emotivamente nel nostro spazio.
Ti invito a sperimentare il tuo spazio vitale con un piccolo esercizio: prendi carta e matita e disegna il tuo spazio di vita…disegna un bel cerchio…al centro ci sei tu. Poi, quando ti senti pronto… metti tutte le persone che conosci alla tua giusta distanza…
Come sono fatti i tuoi confini? Qual’è la tua giusta distanza? A chi permetti di entrare nel tuo spazio? Quanto vicino, quanto lontano da te?