Esperienze sensoriali in Salento


Scogliere impervie, salite e discese, zavorre fisiche e mentali, orizzonti senza fine, silenzi interiori, fatiche, respiri e apnee. Meraviglia, coraggio e tanto molto di più di quello che possa essere descritto a parole o immagini. Tutto sapientemente registrato nel mio corpo e in un piccolo taccuino. Ecco cosa mi è successo grazie alla quarantena seguendo la scia di: “Non voglio cambiare pianeta” di Jovanotti.  Una pedalata di 350km lungo le coste salentine, partendo da casa e ritornando a casa.

Si dice: “ci sono viaggi che ti rimangono nel cuore” e questo è rimasto impresso in ogni singola cellula del mio organismo. Come mai? Cosa succede dentro di noi quando svolgiamo alcune esperienze? Che valore possono avere ai fini terapeutici?

In questo viaggio quando i sensi erano alterati per la fatica ho contattato i miei limiti e tante parti di me intime e primordiali. E’ stata un’esperienza regressiva in cui mi arrendevo continuamente al corpo e al suo volere ed è questa la dimensione a cui portano anche le meditazioni dinamiche pensate da Osho per spingere il centro della persona lontano dal cervello e vicino al cuore, sfruttando il caos puro.

Queste situazioni permettono di abbassare le difese, “arrendersi al corpo” (Lowen, 1994) e ascoltare l’autenticità iscritta nella memoria corporea che pezzetto dopo pezzetto si costruisce sin dalla vita intrauterina con esperienze sensoriali (il battito del cuore, l’acqua, il respiro, etc). Durante i percorsi terapeutici  con la proposta di suggestioni ed esperienze sensoriali sollecito questo tipo di memoria per permettere alla persona di entrare in contatto con la parte più autentica di sé, prendersene cura, riconciliarsi ed esprimerla con naturalezza.

Anche dalle vacanze estive si più imparare qualcosa su di sé. Porta con te un piccolo taccuino per annotare quello che provi ogni giorno ricercando il tuo ritmo naturale. Prenditi del tempo per ascoltarti, buona estate!